Fannette Roche-Pezard, nel suo saggio sui disegni di Lucio Fontana (1), prelude alla sua profonda analisi con un’emblema, l’immagine della “main volante”. Probabilmente, Fontana disegnava senza appoggiare il polso e l’avambraccio al tavolo: solo così sembrano spiegarsi la levità del tratto, la sua velocità pure altamente incisiva nel definire le immagini e, infine, l’alto valore energetico dei progetti spazialisti.
Scorcio dello studio dell’artista.
E’ visibile al centro un affresco ultimato; sulla parete di destra parte di un dipinto in via d’esecuzione.
L’artista dipinge direttamente sul muro, poi con la procedura dello “strappo” distacca il dipinto e da qui prende avvio quel gioco combinatorio – lastre di ferro + ossidi affresco staccato e riportato su tela – da cui nascono le sue opere di questi ultimi anni.